L'attimo del sonno

Ripescato dal giornalino del liceo.

Giannozzo. E’ mezzanotte, fuma al balcone. I vicini sbirciano alla finestra per osservare la natura di quel fumo tanto quanto basti per concedersi un dubbio su cui spettegolare, su cui costruire chissa’ quanti falsi aneddoti da raccontare il giorno dopo. E’ solo tabacco, nulla di piu’. Prima di dormire ha bisogno di quel veleno, e’ un rituale che condiziona il suo sonno imminente.

Giannozzo. E’ inverno, fa freddo. Va al balcone ed accende la sigaretta sapendo che quel freddo gli fara’ sdegnare il fumo. Accende la sigaretta sapendo che dopo due tiri ghiacciati non riuscira’ piu’ ad ingoiare quel veleno e sapendo che dovra’ buttare giu’ dal balcone quella sigaretta ancora intera. Ogni sera va a letto dispiaciuto di aver gettato via quel veleno, dispiaciuto di addormentarsi senza aver concluso quel rituale fino all’ultimo tiro, tanto che un senso di colpa lo pervade e pensa che sarebbe stato meglio conservare il veleno per l’indomani piuttosto che sprecarlo cosi’. Ma e’ un pensiero che dura fino all’Attimo del Sonno. L’indomani e’ un pensiero mai esistito che ogni sera compare nuovamente per giustificare quell’abitudine.

Giannozzo. E’ nel tepore delle coperte. Assesta il cuscino, si rannicchia. Aspetta. Miriadi di pensieri lo invadono. Pensa di tutto e ad una velocita’ che lo spaventa. Immagini dellagiornata che sta per finire in quell’Attimo scorrono alla sua coscienza un po’ intorpidita dal sonno come una moviola. Si fermano. Ripartono. Si fermano. Il vuoto. Nessun pensiero. L’Attimo e’ vicino. Sente che sta per oltrepassare quell’Attimo che lo fara’ sognare ed aspetta, aspetta di potersene accorgere. Non lo fara’ mai. Intrepido va incontro a quell’Attimo, quella parte infinitesimale della storia che ogni sera si ripete, quel secondo al quale nessuno mai e’ riuscito a sottrarsi. Puoi attendere quanto vuoi ma alla fine ti sconfigge e ti porta via volando sulle sue ali in giro per quella parte infinitesimale dell’infinito che a puntate esplori ogni notte, quella parte della tua vita che non capirai, quella parte della tua storia infinita, quel mondo dei sogni.

Giannozzo. E’ ancora li, a letto. Sta lottando contro l’Attimo. Impavido vuole sovrastarlo. Allo stremo delle forze vuole avere la meglio, vuole volare in quell’infinito da solo e comandare il suo sogno. Resiste piu’ che puo’ ma… sente che non ce la fara’ neanche questa volta. Ecco. Ha commesso quel quotidiano errore: si e’ dato per vinto. L’Attimo non faceva altro che aspettare quel pensiero di rassegnazione da cogliere al volo e con esso cogliere anche Giannozzo. Non e’ riuscito a sottrarsi a quel sonno, e’ bastato un attimo, una parte infinitesimale del tempo che non potrai mai stimare quanto sia durata. Ora Giannozzo e’ li, inerte. Voleva cogliere l’Attimo mane e’ restato travolto.

Giannozzo. Voci avverse turbano il suo sonno. Percepisce un leggero sapore ma sicuro indugia a gustarlo perche’ ha realizzato di essersi svegliato ed ha capito di essere stato ingannato dall’odore del caffe’ sul comodino. Si accerta che la tazzina sia piena, si accerta che insonnolito non abbia gia’ bevuto il caffe’ dimenticandosene. La tazzina e’ piena. Beve. Quel po’ di caffe’ sollecita la sua gola di quel leggero prurito che solo una sigaretta puo’ saziare a dovere, ma trattiene la sua voglia perche’ fa ormai parte del suo rito del risveglio fumare fuori di casa.

Giannozzo. Chiude il portone, finalmente puo’ porre fine a quel prurito alla gola. Accende una sigaretta. Pensa a quella quasi intera che ha gettato via la notte, ma e’ un altro pensiero che svanisce subito. Sempre piu’ raramente gli compaiono immagini sconnesse ed inspiegabili del sogno che quell’odore di caffe’ ha fatto finire. Ma nulla di piu’, non un ricordo, non un’emozione, non un suono, non una voce. Nulla, solo qualche immagine sempre piu’ sbiadita. Immagine che gia’ tra dieci minuti avra’ dimenticato per sempre.

Un po’ di infinito che non e’ riuscito a cogliere. Un ennesimo sbiadito attimo della sua storia che non ha mai vissuto.

«Gli occhi vedono solo cio’ che e’ limitato. Guarda col tuo intelletto e scopri quello che conosci gia’ , allora imparerai come si vola…»

Richard Bach, Il Gabbiano Jonathan Livingstone


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